Le pillole

LA PIRAMIDE DEGLI ANTIVIRUS: uno sguardo sulle metodologie per contrastare o prevenire gli attacchi criminali informatici

Dottor Marc fa parte di un gruppo di esperti chiamato Comitato Tecnico Scientifico “Compliance aziendale” di SEAC. Questo comitato ha l’obiettivo di fornire supporto alle aziende e di sfruttare al massimo le opportunità offerte dalle trasformazioni in corso. Lavoriamo per aiutare le imprese a innovare digitalmente, proteggere la privacy e la sicurezza informatica, ottenere finanziamenti pubblici, gestire relazioni con le Pubbliche Amministrazioni e prevenire sanzioni legali. Ci concentriamo anche sulla sicurezza dei lavoratori, migliorare le performance organizzative e favorire un equilibrio tra vita e lavoro.

Di seguito viene citato l’articolo pubblicato sulla rivista Compliance.

È una verità universalmente riconosciuta che un virus provvisto di un ingente codice informatico debba essere in cerca di un computer da attaccare. 

Il problema è che, per quanto sia cosa nota, non tutti sembrano prendere alcun provvedimento a riguardo. 

Forse anche voi in questo momento state leggendo questo articolo da un computer che considerate sicuro, ma che in realtà non è provvisto nemmeno di un antivirus.  

Dal 2020 in poi i sistemi operativi sono messi costantemente a dura prova, ma nessuno sembra notarlo. O a nessuno sembra importare. 

La pandemia e il conseguente lockdown spinsero allo smart working, ma le aziende non fornirono protezioni adeguate a questo cambiamento: spesso gli accessi agli account aziendali vennero fatti con i pc di casa, abbandonando a loro stessi i dati sensibili aziendali. 

Questo è un dato di fatto: secondo il Rapporto Clusit 2021 sulla sicurezza ICT in Italia, gli attacchi informatici gravi nel 2020 aumentarono del 66% rispetto al 2017, il 12% rispetto al 2019.

Gli attacchi informatici non risparmiano nessuno, dal singolo utente alle grandi aziende, dagli enti pubblici, alla sanità. È diventato noto il recente caso dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, i cui sistemi gestionali informatici, lo scorso anno,  furono resi indisponibili a causa di un attacco del gruppo criminale informatico Vice Society. Questo gruppo è noto per l’uso di un software malevolo che è in grado di cifrare i dati aziendali rendendoli inutilizzabili. Dopo di che proseguì alla pubblicazione online di tutto ciò su cui riuscì a mettere mano, cartelle cliniche, cure e altre informazioni altamente sensibili. Per quanto la chiamata alla Polizia Postale fu abbastanza tempestiva, ormai il danno era fatto e non senza causare problemi anche al personale sanitario, che fu costretto a tornare a utilizzare carta e penna perché il gestionale era inaccessibile. 

Il nostro Paese è sempre stato in difficoltà nel volteggiare in questo valzer che è il progresso tecnologico e questo è un problema perché, con esso, si evolvono anche le minacce. Il più grande errore che una persona provvista di giudizio può fare, è non considerarsi come una potenziale vittima di attacchi informatici. 

Esistono diversi metodi per evitare di caderne vittima.  La chiave di tutto è la gestione e il controllo dei dati, ed è una questione di cui chiunque può occuparsi, se solo si volesse. Ma è necessaria una presa di posizione concreta.  Come fare? Il punto di partenza è l’installazione di un buon antivirus.  

Le minacce

Un tempo i virus erano un mero divertimento per i criminali, un modo per passare il tempo, fare qualche scherzo, poco più che cambiare lo sfondo del pc o distruggere i  dati di qualche malcapitato senza un fine criminale. 

Ma da quando i dati sono diventati una vera e propria moneta di scambio, anche i criminali sono diventati più motivati e aggressivi. Molti virus sono creati a tavolino per accedere ai dati tramite vulnerabilità comuni o convincendo l’utente a compiere operazioni avventate, per poi chiedere un qualche tipo di riscatto. 

Questo tipo di virus è detto ransomware, ed è una tipologia di malware (abbreviazione di malicious software, software malevolo) molto comune al giorno d’oggi: cripta i file presenti nel pc, li rende illeggibili e chiede dei soldi in cambio di un codice per decriptarli. Spesso semplicemente minaccia di vendere o rendere pubblico qualsiasi dato o foto che ha trovato nel pc. 

Le minacce informatiche non si limitano infatti solo ai virus: con l’avvento e l’espansione dell’Internet of Things, ovvero di oggetti in grado di connettersi a una rete per elaborare dati e scambiare informazioni con altri oggetti, più comunemente noti come “oggetti smart”, l’area di espansione delle minacce informatiche si è notevolmente ampliata a tal punto che qualsiasi oggetto potrebbe potenzialmente essere soggetto a un attacco criminale. 

Per questo motivo si parla di rilevamento di minacce su più dispositivi, avere un buon antivirus solo nel pc di casa non è più sufficiente per far fronte a questi pericoli. 

Se le aree di attacco sono aumentate, ne consegue che lo siano anche i metodi di approccio usati dai virus, tanto è vero che non si parla più solo di virus. 

Alla lista dei nemici conviene aggiungere, oltre ai malware, anche lo spyware e il phishing. 

Lo spyware è un tipo di malware, ma più subdolo: si nasconde nell’ombra del sistema operativo del dispositivo dell’utente e apporta cambiamenti non voluti; può spiarne l’attività online, generare pubblicità indesiderata o mostrare ricerche o siti web ma visti. 

Il phishing usa invece un sistema di mail o messaggi fraudolenti che spingono affinché l’utente possa fornire informazioni o dati privati, spesso anche solo aprire un link o un allegato di una mail potrebbe essere rischioso. 

Insomma, se mentre navigate vi appare un banner con su scritto che avete vinto un iPhone 13, sappiate che non è vero. 

Ci dispiace distruggere i vostri sogni, ma ora dobbiamo andare avanti. 

Evitiamo l’approfondimento  su Worms, Trojans e Spam solo per non farvi perdere quel briciolo di fiducia nell’umanità che vi è rimasta. 

Ad ogni modo, parallelamente ai diversi tipi di minacce, esistono anche diversi tipi di antivirus. 

Gli antivirus

Gli antivirus sono software appositamente creati per cercare, rilevare e infine eliminare virus o altre minacce dai dispositivi. 

Esistono diversi metodi di classificazione, una delle opzioni è quella di dividerli in base alle metodologie utilizzate per rilevare ed eliminare le infezioni. 

Seguiranno le tre metodologie principali, anche se, a onor del vero, un antivirus professionale  è in grado di ottenere il meglio dalla combinazione tra le tre. 

  1. Malware signature antivirus

Il primo metodo consiste nell’individuazione di una minaccia malware basata sulla “firma” della detta minaccia. 

Prevede un confronto del codice di un file sospetto con un database di “firme” di malware già note. Ogni malware infatti lascia una traccia  nel dispositivo, una sorta di “impronta digitale” che può essere schedata in questo database. L’antivirus lo rileverà e lo eliminerà in automatico. Questo metodo da solo è però alquanto limitante, dato che, basandosi su un confronto da un database,  consente esclusivamente il rilevamento di malware già noti. 

  1. System monitoring antivirus

Questi tipi di antivirus utilizzano un approccio basato sul comportamento di un dato file sconosciuto piuttosto che sul confronto di firme note. Il loro metodo consiste nel mettere in guardia l’utente da eventuali movimenti sospetti, ad esempio se si connette a un sito sconosciuto o se un programma inizia a modificare le impostazioni del sistema. In questi casi l’antivirus segnalerà il file come sospetto. Una pecca non di poco conto di questo sistema è il fatto che spesso anche file totalmente innocui, vengono etichettati come potenzialmente pericolosi.

  1. Machine learning antivirus

È l’ultima frontiera della tecnologia antivirus, consente di rilevare il malware attraverso l’apprendimento automatico. Utilizza e analizza enormi set di dati per rilevare la presenza di malware. Le firme rivestono comunque un’enorme importanza, in quanto sono fondamentali perché il sistema sia sempre aggiornato sulla scoperta di nuovi virus.

La piramide degli antivirus secondo Dottor Marc

La protezione dei dati informatici è una faccenda che va presa seriamente, bisogna essere meticolosi e organizzati, al limite del paranoico. Meglio prendere qualche precauzione in più piuttosto che ritrovarsi da un giorno all’altro con le informazioni personali vendute all’asta sul Dark Web. 

Se vi abbiamo fatto venire anche solo un po’ di ansia, bene, significa che siete persone giudiziose.  Se volete sapere se i vostri dati sono abbastanza protetti, non vi resta che continuare a leggere. 

Noi di Dottor Marc abbiamo infatti inventato un metodo che permette di stabilire i gradi di efficacia delle diverse tipologie di antivirus. 

Questo nostro metodo si basa su un sistema a base piramidale: si parte dalla base, per arrivare fino alla cima, la punta della piramide, la massima aspirazione di protezione di ogni utente. 

Ma partiamo dalla base della nostra piramide, un primo gradino su cui mai si dovrebbe rimanere: un computer senza un antivirus. Esistono molte opzioni gratuite e a pagamento disponibili sul mercato, quindi non c’è alcun motivo per non utilizzarne uno. Perché un PC senza antivirus è un invito a rubare i vostri dati personali, il vostro denaro e la vostra privacy. È tempo di smettere di giocare con il fuoco e proteggere il vostro sistema. Non siate delle vittime facili, scaricate subito un antivirus affidabile.

Se state continuando a leggere ci auguriamo che abbiate colto il nostro caldo suggerimento e siate pronti per il secondo gradino della nostra piramide: l’antivirus di default del vostro sistema operativo. 

Gli antivirus di default inclusi in sistemi operativi o produttori di hardware possono essere limitati nella loro capacità di rilevare e prevenire minacce di sicurezza, in particolare malware avanzato. Inoltre, la protezione è scarna per il semplice motivo che chi programma i virus sa benissimo come eludere le protezioni più utilizzate. Possono inoltre essere privi di funzionalità aggiuntive come il firewall, la protezione della privacy, la gestione delle password, la protezione delle email e altre opzioni di sicurezza avanzate. 

Il terzo livello della nostra scala verso la perfezione è occupato dall’ antivirus gratuito. Bene che vi siate presi la briga di scaricarlo, ma ha molti difetti. 

Iniziamo dai pregi: innanzitutto quello più palese, ovvero il fatto che sia gratuito, se volete risparmiare sicuramente è un vantaggio; offre una protezione base, che non è male per alcuni utenti non particolarmente esigenti; presentano spesso un’interfaccia user-friendly, ovvero è molto semplice e intuitivo imparare a utilizzarli. 

I difetti non riguardano solo i problemi di sicurezza, ma metteranno alla prova la vostra pazienza. 

Il problema è che la maggior parte di questi antivirus sono versioni di prova, più interessate a vendere il pacchetto a pagamento che  effettivamente proteggere il vostro dispositivo. Sarete sommersi da continue e insistenti notifiche e la salute del vostro computer sarà a rischio, ma solo perché non riuscirete a trattenervi dal gettarlo a terra. 

Se, invece, vi va bene, finirete semplicemente per ignorare queste notifiche, ma così facendo vi perderete anche eventuali avvisi di qualche problema più serio. Inoltre, molte funzionalità sono disponibili solo nella versione a pagamento, dunque avrete solo una falsa e blanda percezione della sicurezza. 

Con il quarto livello, ci avviciniamo alla soluzione ideale, si tratta di un antivirus a pagamento. Niente versioni di prova, niente notifiche insistenti o servizi a metà. Un antivirus a pagamento fornisce maggiore protezione rispetto a quello gratuito, comprese funzioni avanzate come la protezione in tempo reale, la navigazione sicura, la scansione programmata, la protezione della rete e la crittografia dei file. Offre inoltre aggiornamenti costanti per garantire la sicurezza contro le minacce online in evoluzione. Investire in un antivirus a pagamento può aiutare a prevenire perdite finanziarie e a proteggere la privacy e i dati sensibili.

Non esiste una marca ideale, ogni antivirus ha i suoi pro e i suoi contro, bisogna saper ponderare bene la propria scelta perché si tratta di affidare i tuoi dati più sensibili a un sistema, e quindi deve essere perfetto. 

Così si arriva all’ultimo livello, la cima della nostra piramide, da cui si gode di un meraviglioso panorama all’insegna della sicurezza informatica: un antivirus gestito. 

 Un antivirus gestito rappresenta una soluzione di sicurezza informatica di altissimo livello, che offre una protezione completa e affidabile contro le minacce online in continua evoluzione. Con un team di esperti che monitora costantemente la sicurezza, le minacce verranno individuate e neutralizzate rapidamente, senza alcun intervento manuale da parte dell’utente.

Inoltre, un antivirus gestito fornisce una maggiore visibilità sulla sicurezza della rete, con report e analisi dettagliate su eventuali minacce e vulnerabilità, permettendo di prendere decisioni ponderate per migliorare la sicurezza e prevenire futuri attacchi. 

La configurazione e la manutenzione del software sono gestite da uno o più tecnici informatici, che faranno tutto il lavoro più complicato al posto vostro, senza preoccupazioni e con la certezza di un lavoro ben fatto. Lasciare che sia l’antivirus a gestire ogni impostazione o lasciare le impostazioni predefinite  non è l’opzione ideale, è necessario pianificare e impostare le specifiche scansioni, la risoluzione delle minacce e verificare anche che le notifiche non siano troppo insistenti. 

È importante sottolineare che affidarsi a soluzioni gratuite o autoprodotte può rappresentare un grave rischio per la sicurezza informatica. La scelta di un antivirus gestito garantisce una protezione senza compromessi e un supporto affidabile duraturo nel tempo. 

Inoltre, sono davvero tanti gli antivirus tra cui scegliere, e può risultare difficile destreggiarsi tra le varie offerte, soprattutto se non si è esperti del settore e si è quindi inconsapevoli su quali siano le reali esigenze dei dispositivi. 

È necessario, però, verificare la reputazione e la credibilità del fornitore di antivirus gestito, poiché la sicurezza del sistema dipende interamente dalla loro competenza e affidabilità. È bene anche eseguire una valutazione attenta delle esigenze e del budget che si intende investire in questa tipologia di antivirus. Nel caso ve lo chiedeste anche noi di Dottor Marc offriamo questo tipo di servizio e, se vi va, potete consultare il nostro sito per ulteriori informazioni. 

Sull’educazione informatica e le normative

Esistono anche altre altre armi contro i criminali informatici, che vanno oltre l’installazione di un sistema di antivirus e che dovrebbero essere la base per una società più attiva e consapevole dal punto di vista tecnologico. 

Una è la gestione della normativa e delle leggi, l’altra riguarda l’educazione informatica. 

Le normative europee sulla sicurezza informatica, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD), stabiliscono obblighi per le organizzazioni per garantire la protezione dei dati personali dei cittadini dell’UE. 

Questi obblighi includono la nomina di un responsabile per la protezione dei dati, la valutazione del rischio, l’ implementazione di misure di sicurezza adeguate e la notifica delle violazioni dei dati. Inoltre, le organizzazioni devono garantire la trasparenza nella raccolta e nell’utilizzo dei dati, fornire agli individui il controllo sui loro dati personali e garantire la sicurezza dei dati durante la loro trasmissione e archiviazione. Le sanzioni per la violazione delle normative sulla privacy possono essere elevate e includono multe e danni alla reputazione.

Le leggi sono alla base di una società civilizzata, senza di esse non c’è possibilità di evoluzione, soprattutto se queste vanno a intaccare un aspetto in continua progressione come lo è il digitale. 

Un altro elemento fondamentale per la progressione tecnologica è l’educazione informatica che va a stretto contatto con le competenze digitali che una persona possiede e dunque con l’uso consapevole  dei dispositivi. Passiamo ad analizzare la comunità degli individui nella sua generalità in base a queste competenze, così facendo emergeranno delle questioni interessanti che ci offriranno un quadro completo e realistico della situazione attuale. 

La Commissione Europea ogni anno stila una lista di paesi con più competenze digitali. Si tratta del rapporto DESI, che dal 2014 monitora e classifica il livello di digitalizzazione dei diversi paesi dell’unione europea. Il 2020 fu, come si sa, un punto di svolta, perché si è evidenziato un miglioramento più o meno omogeneo nell’adozione di servizi digitali da parte di cittadini e imprese. Questo è evidente se si guardano le percentuali di interazioni digitali nel 2019 e 2020: 32% contro il 55% di giugno 2020. Questo è un dato importante, che ha portato ad un incremento  di ben 1 milione di lavoratori nel settore ICT, una crescita di servizi digitali. Inoltre l’uso del Cloud è aumentato esponenzialmente dal 24% al 41%. 

Secondo il rapporto DESI 2022  l’Italia è il paese che, dal 2017 al 2022, ha avuto la crescita maggiore. L’altra faccia della medaglia è, però, che il nostro Paese si colloca al 18° posto su 27. L’indice DESI, nel suo calcolo, tiene conto di diversi fattori, come competenze, accesso e adozione di tecnologie all’avanguardia. 

Nonostante un aumento delle competenze digitali di base, più della metà della popolazione italiana ne è ancora priva, probabilmente a causa dell’elevata percentuale di anziani nel nostro profilo demografico. Mentre il 71% dei giovani tra i 16 e i 24 anni in Europa possiede queste competenze, degli over 65-74 solo il 25%. 

L’aumento delle competenze digitali di un paese  è fondamentale per il progresso tecnologico: una buona educazione informatica aumenta la consapevolezza degli utenti sui rischi e pericoli online, riducendo gli attacchi criminali e la diffusione dei virus.  Abbiamo fatto dei progressi dal 2020 in poi, ma ancora non è abbastanza. 

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